Elementare Watson
L’altruismo dell’albero
30 ottobre 2019

Elementare Watson

Questa volta non posso che partire dalla fine … o quasi. 

3,2 secondi al termine dell’ultimo quarto. La tensione è altissima, Coach G e paonazzo e cammina avanti indietro per la panchina alla ricerca disperata di un’idea per colmare quei due punti che ci separano dal pareggio. 

Un attimo di lucidità e il coach chiama minuto. Gli Irriducibili arrancano verso la panchina e cercano di capire cosa fare. Il coach ripete, almeno 5/6 volte Muzman fai tu la rimessa, alla terza volta Muzman lo guarda e gli fa cenno cha ha capito, ma Grandis insiste. È un modo di prendere tempo per cercare nella memoria, nelle migliaia di partite viste, nelle lunghe discussioni con Omologo, con coach Nettuno e coach Maurizio, uno schema una posizione iniziale, un’idea possibile.

Alla fine è: Muzman la passi a Zorro o a Pag o a Lupin che devono tirare (da qui si capisce cha ha fatto un master in baskettologia).

Gli dei del basket, sornioni e compiacenti, vogliono vedere come ci comportiamo in questo frangente e così per incanto fanno partire il cronometro anticipatamente. Il povero Monta, alla console, non sa che fare pigia a caso e il cronometro si ferma a 2 secondi. Boato nel palazzetto, gremito per questa seconda di campionato.

Trascorrono attimi di vera tensione e preoccupazione, gli arbitri al tavolo, coach G che sembra pregare, ma ascoltandolo bene forse un tecnico se lo meritava. Dopo qualche minuto, l’arbitro avvisa le panchine faccio partire io il cronometro, tranquilli.

La palla è nelle manone di Muzman, l’arbitro inizia il conto alla rovescia dei 5 secondi, al terzo allungamento del braccio Muzman lascia partire il passaggio … cosa sia successo veramente all’interno del pitturato avversario non è chiaro, sta di fatto che Zorro, dopo aver fintato a sx e poi a dx, esce in anticipo sul suo diretto avversario, passa davanti a Muzman il quale, lascia partire la palla (un passaggio così brutto non si vedeva dai tempi del mini basket) che va bassa verso i piedi di Zorro.

La raccoglie, e piegato in avanti, fuori equilibrio, fa partire un tiro che … forse una piccola considerazione va fatta: l’epoca che viviamo è il periodo della tecnologia della scienza del dimostrato o del dimostrabile e tutto quello che non rientra in questo ambito fa parte della metafisica che con ragionamenti astrusi spiega le cause prime della realtà; io non so se possiamo passare alla filosofia o semplicemente fare un atto di fede nel ricordare e spiegare il tiro, sta di fatto che dalla mano di Zorro parte un tiro, senza parabola, forte troppo forte, che sbatte con violenza sul tabellone ma che… entra! Elementare Watson.

Il boato e la gioia esplodono al Pala Origani: over time.

Riavvolgendo il nastro, oggi il 31 ottobre ricorda che 127 anni fa Arthur Conan Doyle pubblica le Avventure di Sherlock Holmes e dal 1892 che il celeberrimo investigatore cerca l’assassino e forse questa sera lo troverà.

La novità della serata è che Lupin rientra nel roster, Orso Bruno per un problema dell’ultimo minuto non riesce ad arrivare e quindi eccolo di nuovo l’eletto del Basket che rientra in campo.

I Fever, i nostri avversari, non sono molti ma sin dal riscaldamento è chiaro che hanno mano vellutata e buon tiro.

La palla a due è sempre il momento che costruisce la cornice della partita e anche questa volta la palla è nostra. Partiamo bene e con un 5 a zero per il nostro Capitano Pag la partita ci sembra convogliare verso i binari che ci aggradano.

Ma no avevamo fatto i conti con i Fever, che metodici e ordinati, rimangono attaccati alla partita, anzi avanzano senza avere mai la forza per scappare ma sono sempre lì davanti.

Soffriamo in modo particolare il loro tiro dalla distanza, soprattutto del nostro Moriarty della serata Corazza il 21 che con un tiro sempre preciso è la spina nel fianco, non troviamo una cura, non troviamo modo.

Ma la serata è difficile e strana nel contempo, ogni volta che loro sembra abbiamo chiuso la partita, noi recuperiamo, ci avviciniamo, andiamo a pari punteggio senza però  riuscire a superarli. Non riusciamo ad avere mai la forza di andare avanti per gestire la loro fatica.

La nostra difesa a zona è l’unico modo che abbiamo per limitarli, ma anche questo non basta. Alla pausa lunga siamo sotto di 7.

Il riposo è un po’ strano, gli spalti sono gremiti ma c’è una sorta di silenzio surreale, la partita è alla nostra portata, ma non troviamo il bandolo. Gli dei del basket, ci hanno sempre detto che le partite di basket sono lunghe, e che è meglio calma e ordine in attacco che corsa e confusione.

Parte il terzo quarto, la musica sembra diversa, sta di fatto che noi sprechiamo molta energia in attacco, per fare canestro facciamo molta fatica, ma forse è solo il preludio del l’ultimo periodo.

Partiamo di gran carriera, vogliamo recuperare , ma siamo sempre lì ad un passo, sempre dietro fino ai quei 3,2 secondi dalla sirena, finisce 20 a 14 per noi e proviamo a giocarcela.

Ci siamo di nuovo all’over time, ma non si avverte la preoccupazione della scorsa partita, siamo un po’ provati, il capitano vaneggia, Muzman parla di contratto, Zorro continua a dire: ”dai, dai, dai, dai, ….”, Pippo continua ad entrare ed uscire con cambi veloci ormai non sa più neanche quale sia la sua panchina.

Coach G vuole passare a uomo per stroncare gli avversari, finirli, annientarli, sono carichi di falli e sono pochi … sulle previsioni di coach G ormai sono mesi che aleggia il sospetto che porti un po’ sfiga e così finiamo in parità anche il primo over time.

Qualche cambio da un nuovo brio a questa interminabile partita, Teddy entra e subisce fallo e senza tanti problemi 2 su 2 dalla lunetta (fino a quel momento avevamo avuto una percentuale intorno a 23,5%), entra il Doc e come solo le sue mani sanno fare lascia la palla in un arcobaleno che entra solo rete vantaggio. 

Gli ultimi 12 secondi della partita vedono loro tentare un tiro da tre completamente fuori bersaglio con il Doc che prende il rimbalzo e corre spensierato verso il canestro avversario per il più 4 definitivo … accidenti no, lo sbaglia fine partita. Vinto.

Quando si trova la soluzione in una matassa ingarbugliata, tutto sembra facile e se il risultato è quello giusto di viene da dire: elementare Watson!

 

MA A NOI VA SEMPRE BENE, FIGURATI QUANDO VINCIAMO

MVP della serata Massimo Mazzetto che il 31 ottobre del 1985 disse:” io amo quando gioco, mi diverto, rispetto chi ho davanti, arrivo ad essere amico dell’avversario, avendone però la convinzione di batterlo, certe volte penso di essere drogato di Basket, ma i drogati non amano quello che fanno. Forse è il mio modo di vivere, è il mio stile, è la mi vita”. Ci piace pensare che eri seduto con gli dei del basket questa sera.

Presidente, al tavolo i tuoi urli e la tua esultanza valgono il biglietto;

Monta, al tavolo a segnare punti, hai rischiato la morte quando il cronometro è partito e ci ha tolto 1,2 sec, ma alla fine è andato tutto bene;

Fabrizio, che non vedeva l’ora di lasciare la cena arriva al suo palazzetto e sistema il cronometro per il proseguo della partita. 

Zorro, partita fantastica quel tiro è stato qualcosa di magico, anche perché altrimenti è inspiegabile;

Muzman, partita nella partita con l’11 avversario, ottima difesa e tanti rimbalzi e si, hai capito lo scopo del gioco;

Doc, due punti che resteranno negli annali? No! Il tuo primo fallo dopo 27 mesi di gioco, questo resterà nella memoria di tutti noi;

Giangi, bene più calmo, meno irruenza, bravo trasformiamo tutto in agonismo e il gioco è fatto;

Gio, la lotta sotto canestro è il sale del tuo gioco, hai preso almeno 6 falli e qualche tiro libero è andato bene;

Lupin, il rientro, un po’ rigido all’inizio partita, un po’ affaticato a metà partita, qualche inaspettato tiro corto, dei tiri liberi sbagliati ma la tua palla rubata che gioia per i nostri occhi;

Fraxxa, la tensione della partita è tutta sulle tue spalle, buona prestazione ma rilassati tesoro;

Ansiamartin, partita complicata per i play, difficile nella gestione, ma tu provi sempre a fare ordine, ogni tanto, però, quando fai la finta di passare a destra, passala anche a sinistra;

Pag the Cap, che dire magnifico anche nella richiesta di cambio al coach, Grandis damme cambio …

El nino, sempre pronto è attento per tutta la partita, vigile sul punteggio e sulle situazioni in campo, mitico;

Air Steph, manca poco le gambe quasi reggono e poi vi farà vedere come si gioca sotto, due ottimi falli;

Teddy, sempre pronto, tenace e soprattutto come tiri tu i liberi non c’è nessuno;

Coach G, ti abbiamo visto preoccupato, arrabbiato, intristito, ma i tuoi occhi durante l’intervista, pieni di gioia e soddisfazione sono linfa per noi;

Coach Maurizio, un po’ questa vittoria te la dedichiamo, il tuo augurio: motivo di orgoglio per tutti noi;

TINO capo ultras degli Irriducibili, riesce a domare e far cantare all’unisono 8 mogli sugli spalti, come avrai fatto mah?

Stefano Irriducibile numero 1, passaci un po’ della tua energia ne abbiamo bisogno;

Omologo, se siamo riusciti a farlo uscire di casa senza promettergli niente da mangiare, qualcosa in questo mondo sta cambiando.

Grazie alle nostre signore presenti, se questo non è amore ditemelo voi cos’è.