Per curiosità e per ritrovare i temi che ci stavano a cuore sono andato a rileggermi quello che avevo scritto l’anno scorso, e devo dire che le tematiche sviluppate si sono effettivamente verificate come da pronostico: il numero dei tesserati tra rinunce e nuovi arrivi è rimasto più o meno lo stesso ed in effetti abbiamo avuto di nuovo lunghe fasi della stagione in cui ci si ritrovava in 9/10 a giocare (soprattutto in trasferta). Il livello del campionato soprattutto nella seconda fase, quando la UISP ha avuto la malsana idea di far scontrare le ultime 6 del girone di Padova con le prime 6 del girone di Vicenza, ha dimostrato che l’arrivo di molte squadre di ventenni provenienti da prima divisione FIP o Promozione ha falsato le classifiche, creando un solco incolmabile tra le vecchie tradizionali squadre di amatori, soprattutto per quelle composte da giovanissimi come noi, e le nuove (forse con l’eccezione della sola Euganea). Lo scontento generatosi all’interno della UISP di Padova credo li stia inducendo a studiare soluzioni quali doppi campionati divisi per età o livello, ma forse per noi è troppo tardi, le delusioni di quest’anno (dovute anche ad alcuni episodi che hanno rivelato un atteggiamento come minimo prevenuto nei nostri confronti) ci stanno facendo volgere lo sguardo con interesse ad altre realtà, in cui trovare avversari più simili a noi.
Ma come sempre per noi, nonostante questo, è stato un altro bellissimo anno.
Da un lato, infatti, il ritrovarsi a volte in pochi a giocare non ha causato quasi nessuna reazione polemica. Ormai rassegnati ai mille impegni di tutti e alle ovvie disgrazie fisiche che ci accompagnano tipicamente alla nostra tenera età (in particolare quest’anno colpiti Pippo, Vito e il nuovo acquisto Max) ci si ritrovava anche in 7, ma pronti alla pugna con il sorriso sempre splendente, mai gli stessi ma con lo stesso spirito. Antonio (che abbiamo convinto a buttarsi in campionato in giacca e cravatta) e i nuovi innesti Max, Andrea, Pietro e Giovanni, oltre ad essere tutti dei gran bei personaggi in linea con l’irriducibilità, hanno dato nuova linfa e sono stati tra i più presenti. Come sempre si è ripetuta la magia del nostro gruppo e immediatamente non erano più “nuovi”, ma come fossero sempre stati con noi, tant’è che ora ho dovuto sforzarmi a pensare quali fossero effettivamente i numeri di casacca che si sono aggiunti in questa stagione…
Dall’altro lato proprio quest’anno, dove ancora più spietatamente si è vista la differenza di livello tra noi e le squadre di ventenni, abbiamo centrato (dopo un secondo e un terzo posto) la vittoria al Torneo Primavera, con la ciliegina di una finale che per partecipazione (avremmo potuto essere in 15 in campo) e cornice di pubblico è stata travolgente e troppo esaltante per poterla descrivere, con il nostro Andrea “Lupin” Barollo nominato MVP sotto lo sguardo orgoglioso di suo figlio Stefano, dei compagni di squadra e di almeno 50 amici tifosi sfegatati.
Non tutto è filato sempre liscio in questa stagione, abbiamo avuto qualche incomprensione che ha portato all’abbandono di un pezzo importante della nostra compagnia (e della nostra storia), ma alla fine ha prevalso la voglia di stare insieme.
Oltre al campionato si sono piacevolmente confermate altre tradizionali occasioni, che ci caratterizzano tanto quanto il talento cestistico. Un bell’esempio è stata la partecipazione che una buona fetta degli Irriducibili ha dimostrato nei confronti di Coach Rubini (uno di noi) e della grande annata della sua Virtus in serie B. Ormai c’è un sodalizio con la seconda squadra (vi lascio immaginare chi è la prima) che porta sempre al palazzetto un gruppetto di noi a sgolarsi nel sostenere il nostro buon Daniele, tanto che ormai possiamo considerarci i suoi ultras personali e presto cominceremo a seguirlo anche in trasferta, al lavoro e alle cene di famiglia.
A proposito di cene, quelle organizzate a Veggiano da Coach Grandis (merda) a base di lesso e nervetti, baccalà, carbonara, etc., evidentemente parte preponderante del suo programma di allenamento (dato che lo abbiamo visto più a tavola che in palestra) hanno scandito la stagione e hanno contribuito a rafforzare il peso (in kg) della nostra squadra.
Altri scriveranno articoli in questi giorni e ricorderanno le nostre gesta e le cronache di questa stagione, io però vorrei soffermarmi sull’aspetto che come sapete (dato che ho il ruolo di melassa del gruppo), mi sta più a cuore. Scrivevo infatti più sopra “come sempre si è ripetuta la magia…”.
Non so voi, ma ogni volta rimango colpito nel vedere come quasi chiunque entri in questo gruppo sembri sentirsi subito a casa, ne assorba immediatamente lo spirito goliardico, l’atteggiamento guascone, la presa per il culo sempre bonaria che caratterizza i rapporti fuori ma anche in campo, dove, scherzi a parte, non ho mai visto nessuno mancare di rispetto e appoggio anche ai compagni più scarsi (o “dannosi” tipo il sottoscritto).
Non credo che ci sarebbero grandi difficoltà, nei vari campionati senior, nel trovare una squadra che possa dare più soddisfazioni sportive di tipo agonistico a chi ha talento e voglia di giocare (come molti degli Irriducibili), ma stranamente questo ai nostri sembra importare poco, o per meglio dire, sembra contare meno del piacere di sentirsi parte di questo gruppo di amici.
E di sicuro chi cerca questo, ovvero un gruppo di persone che, condividendo una passione come il basket, fanno di questa passione in realtà la chiave per trovare anche qualcosa di più (senso di fratellanza, condivisione sincera e spontanea, senza obblighi o regole prescritte, un luogo dove ci si sente liberi, si lasciano a casa per un attimo le preoccupazioni, i casini personali, le sovrastrutture sociali e si torna ragazzi), da noi sicuramente lo trova.
E lo trova tanto che perfino far parte della chat di whatsapp anche senza conoscere tutti di persona è divertente al punto di restarci, silenziosi per anni, per assistere alle epiche stronzate che siamo in grado di postare, che si tratti di racconti di mitiche gesta, o insulti ad alzo zero, o vignette e filmati di molteplice godimento (e non aggiungo altro…).
Al giorno d’oggi non è così scontato trovare realtà simili, possiamo esserne anche un po’ fieri, ma soprattutto dobbiamo continuare a curare con amore questo raro e prezioso giocattolo che abbiamo creato.
Io non sono ancora stanco di fare il ragazzino, quindi pronti, si parte per un’altra stagione.